lunedì 31 marzo 2014

I bravi ragazzi esistono ancora

Avere un figlio maschio è impegnativo: niente pomeriggi a ritagliare i vestitini di carta nel "Gira la Moda", pochi film al cinema, molte ore passate a guardar calciare un pallone, serate a discutere sull'ora in cui andare a dormire, soprattutto il lunedì, quando le trasmissioni sul calcio si sprecano e l'Italia diventa la patria di milioni di aspiranti commissari tecnici.

Ieri mi sono "sorbita" una vera giornata da tifosa, dall'acquisto del biglietto in curva, al panino preso al chiosco, all'attesa dei giocatori una volta terminata la partita: l'attesa è stata lunga, ma la faccina orgogliosa di mio figlio quando uno alla volta i suoi campioni accettavano di farsi fotografare con lui, ha ripagato la pazienza che ho dovuto metterci.

Così ho finalmente potuto apprezzare quello che i vecchi tifosi granata amano della loro squadra: molti giocatori si fermano ancora a salutare, farsi fotografare, non hanno la puzza sotto il naso dei "salvatori della Patria" che militano in altre squadre e tirano dritto.

Soprattutto, tanta tenerezza e fiducia nel fatto che non tutto il calcio sia popolato di palloni gonfiati, mi ha fatto Matteo Darmian, che contrariamente ai compagni di squadra è uscito dallo stadio a piedi, con un trolley, per mano alla fidanzata e con mamma e papà.

I bravi ragazzi esistono ancora.



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