Ogni città ha la propria
eredità, e se è vero che oggi Torino (soprav)vive di FIAT, e che
FIAT significa Agnelli, e che Agnelli significa Juventus, è vero
pure che nella storia di questa città è indelebile il ricordo della
squadra calcistica del Torino.
Parlo del Grande Torino,
quello che venne cancellato con uno schianto dell'aereo contro il
terrapieno della Basilica di Superga, il Torino eroico di Valentino
Mazzola, Valerio Bacigalupo, Virgilio Maroso, Mario Rigamonti, Franco
Ossola...
A questo sogno infranto
nella nebbia, è dedicato il Museo del Grande Torino, a cura
dell'Associazione Memoria Storica Granata.
Il Museo si trova a
Grugliasco, in via La Salle 87, ed è ospitato tra le mura di Villa
Claretta Assandri, un edificio molto bello e ben conservato,
risalente al XVII secolo.
Bimbi stupiti e
adulti emozionati, abbiamo vagato tra le sale dove si trovano in
esposizione decine di cimeli risalenti alla nascita di questa grande
squadra e dello schianto fatale. Le prime pagine dei giornali, le
testimonianze dei tifosi, e tanti tributi che gli appassionati, ma
non solo, hanno voluto donare al Museo, che non gode di alcun
finanziamento e che vive grazie ai volontari che il sabato e la
domenica mettono il loro tempo a disposizione di chi vorrebbe
curiosare tra i libri paga dei calciatori, vedere le vecchie
scarpette da calcio, odorare la canfora che allora faceva tutta la
preparazione “farmaceutica” del calciatore tipo.
Ho scattato qualche foto,
che però non rende minimamente l'idea della preziosità di questo
luogo, testimone di un evento che fa parte della storia del
Territorio in cui viviamo, e che molti anziani torinesi ricordano
ancora con tristezza e malinconia.
Un ringraziamento
particolare va ai signori Raimondo, volontari dell'Associazione, che
ci hanno ospitati e guidati nelle sale con grande cortesia ed
encomiabile preparazione, a testimonianza di una vera Passione Granata.
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